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Trasferimento ad Arezzo ottenuto.

Oddio sì.

Accarezzo un ricciolo biondo del Giovin Signore, che stasera era talmente cotto che si è addormentato tutto tranquillo con Padreh, appena entrato nella quarta decade.

Non posso fare a meno di pensare che le mie dita sanno bene quando la mattina dopo mi aspettano ore di macchina e quando invece posso svegliarmi con lui, presto o tardi che sia, e giocare nel lettone finché ci va. Le dita sanno quanto può pesare una carezza, anche se lieve come un fiocco di tamerice, un pappo di soffione, un petalo di margherita. O un fiore di cerastio, come quello che mi ha regalato oggi il mio rampollo.

Meglio che non pensi troppo a questa gradita notizia, o i chilometri macinati col Pandino sembreranno doppi. E chissà quanto diventerebbero pesanti le mie dita.

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