Di recente Feisbuk mi ha segato l’account per ben due volte perché qualche simpatica canaglia ha pensato bene di entrare a dare i suoi loschi comodi. In soldoni, prima secondo l’algoritmo ero minorenne, poi una perzona falza et bugiarda che cercava di fregare i poveri utenti indifesi spacciandosi per Meta. Tutto Meta. Non abbiamo ancora risolto, per la cronaca. Nemmeno con l’aiuto dell’amico di un amico che lavora per Meta, per dire.

Insieme a Feikbuk è volato via anche Instagram.

La mia pazienza li ha seguiti subito dopo.

Insomma basta così. Spero di recuperare il mio profilo solo perché avevo iniziato una rubrichetta che mi piaceva e con la quale avevo tenuto traccia dei primi mesi con Culino, il mio giovane rampollo.

Ma ci ho riflettuto. Torno alle origini. A ventun anni fa, quando ho aperto il mio blogghino su Splinder.

E riparto daccapo: un po’ perché in tutto questo ho perso pure gran parte del vecchio sito (poi ritrovato, ma lo prendo come un segno), un po’ perché spero di riuscire a tirar fuori qualcosa di diverso, di nuovo, di inesplorato (per me). Dopotutto, ci sono stati tanti cambiamenti nella mia vita, le vecchie categorie mi starebbero strette e, o via, ogni tanto bisogna darci un taglio.

Continuità e cambiamento. Vecchi e nuovi amori. Mirabolanti elucubrazioni che non portano a niente di utile.

Senza grandi pretese, con ancora tanta roba da sistemare, rieccomi a partorire Cantiacidi 🙂

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